mercoledì 25 aprile 2012

Perchè ci innamorIamo?!



Nel processo di innamoramento sono coinvolte 12 aree del cervello, che producono diverse sostanze molecolari creando un fantastico e micidiale cocktail, che influenza il comportamento sentimentale ed affettivo. Nell’innamoramento subentrano varie fasi: l’infatuazione, la passione, l’innamoramento ed il consolidamento del rapporto, ciò consente di comprendere perché, con il trascorrere del tempo, l’intensità dell’innamoramento è destinato a modificarsi, “in quanto dipende da questo cocktail ormonale”

Perché siamo attratti sessualmente?
Infatuazione: a scatenare la predisposizione all’amore è l’adrenalina, una sostanza prodotta dalle ghiandole surrenali. La liberazione di adrenalina è legata alla percezione di stimoli come minaccia fisica e paura, eccitazione, forti rumori, ecc. Tutti questi stimoli vengono elaborati a livello ipotalamico, dove evocano una risposta del sistema nervoso parasimpatico innescando attraverso rilascio di altre molecole la passione

Perché subentra la passione?
Innamoramento: in questa fase produciamo una sostanza (produce un vero e proprio senso di esaltazione), chiamata feniletillamina (PEA), che è simile all’anfetamina, perché aumenta le prestazioni psico-fisiche. Non si sa ancora quale organo la produca; si conoscono soltanto le zone del cervello che la accolgono. Nella memoria emotiva si risvegliano alcuni significativi ricordi che spingono l’organismo ad aumentare la produzione di questa molecola, che ha l’effetto di scatenare una tempesta emotiva che disattiva ampie zone della corteccia cerebrale associate alla ragionevolezza e al giudizio, innescando la passione. Ciò accade perché la Feniletilamina che è collegata all’umore, induce effetti molto simili a quelli prodotti dalle anfetamine quali eccitazione, ottimismo, piacere), ed interagisce sul comportamento sentimentale regolando la produzione della Dopamina che induce sensazioni gratificanti e piacevoli) e la Noradrenalina che provoca eccitazione ed euforia. Questo stato di benessere favorisce la Noradrenalina, la molecola dell’agitazione, che oltre ad indurre euforia ed entusiasmo, causa la contrazione delle vene negli organi genitali che, trattenendo il sangue, inducono nell’uomo l’erezione e quindi lo stato di eccitazione, mentre nella donna è l’Ossitocina che induce comportamenti che invitano all’incontro sessuale.

Provoca assuefazione e, se viene a mancare, scatena una depressione da astinenza. Tipico di chi ha l’innamoramento veloce, passa da un flirt all’altro, non appena l’infatuazione iniziale si attenua, è come un “drogato in astinenza”. L’azione della PEA è limitata.

Perché ci innamoriamo ?
Consolidamento del rapporto; L’ormone che stimola l’affetto reciproco e l’attaccamento ai figli è l’ossitocina, prodotta dall’ipofisi. Negli ospedali viene usata per aumentare le contrazioni durante il parto e il latte materno. In una università americana si è costatato che quando ai topi maschi veniva somministrata l’ossitocina collaboravano a costruire il nido e a proteggere la prole; se invece venivano trattati con una sostanza che bloccava la produzione di questo ormone, finivano col divorare i figli. Sembra che durante un orgasmo la presenza dell’ormone nel sangue sia presente in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali. L’ormone, una volta liberato sprigiona i suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla la pressione sanguigna, alza le difese immunitarie.

Ma, una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, e fa da “collante”, nei legami affettivi che si instaurano tra le persone. Inoltre si pensa che l’ossitocina abbia un effetto sull’invecchiamento: uno studio ha infatti mostrato che le persone che fanno l’amore almeno tre volte a settimana dimostrano in media dieci anni in meno rispetto all’età reale. Ve bene anche masturbarsi in mancanza di partner.

Perché non ci stanchiamo del partner?
Appagamento nel rapporto: in questa fase la coppia sta insieme anche dopo diversi anni, grazie ad alcune proteine prodotte dal cervello, dette endorfine, che hanno un effetto analgesico e calmante (simile alle morfine). E’ la costante presenza del partner che stimola tale produzione. Dopo gli effetti eccitanti della feniletillamina il cervello viene invaso da sostanze che possiedono le stesse proprietà della morfina. Le enendorfine apportano calma e sollievo e riducono l’ansia. La sensazione che produce si traduce in una relazione affettiva molto forte che non si vuole più interrompere.

Cosa succede quando il nostro partner ci lascia?
Chi viene abbandonato subisce l’effetto della molecola del mal d’amore, indotta dal rilascio, nei circuiti dell’emozione, della Corticotropina (Corticotropin-Releasing Hormone, CRH), che quando si attiva induce la tipica tristezza che si scatena a seguito di una separazione o di un lutto.


Perché siamo gelosi?
È anche una questione ormonale. Nell’uomo La Feniletilamina favorisce anche il rilascio della Vasopressina, ormone che se prodotto in modo eccessivo è responsabile dell’aggressività, che può manifestarsi sotto forma di gelosia.

Perché la donna tradisce?
Le donne che producono più estradiolo sono più propense al tradimento. Ma che cos’è l’estradiolo?
L’estradiolo è un estrogeno, un ormone sessuale femminile che dà a ciascuna di noi le caratteristiche tipiche femminili: genitali femminili, seno, ecc. Ma secondo un recente studio pubblicato sul Royal Society’s Journal Biology Letters, l’estradiolo sarebbe anche la causa del tradimento.

Quali sono le differenze tra maschi e femmine?
Il cervello delle donne in amore si comporta diversamente da quello degli uomini innamorati. Nei maschi il pensiero della persona amata muove le zone cerebrali collegate alla vista e all’erezione, nelle femmine le aree interessate ai ricordi. La bassa produzione di serotonina induce sentimenti ossessivi. Non è chiaro se sia l’alta produzione di dopamina a innescare la bassa produzione di serotonina o viceversa.

Nell’uomo abbiamo notato una forte attività nella zona del cervello associata agli stimoli visivi e a quello dell’erezione. Agli uomini piace guardare. Passano la vita a farlo. Sono loro che sostengono l’industria del porno. Nelle donne, invece, si accende l’area del cervello legata ai ricordi. Ricordano più particolari delle relazioni. Si può avere un forte attaccamento verso qualcuno e insieme provare amore romantico nei confronti di un’altra persona, ed essere attratti sessualmente verso un terzo. Analizzando le aree cerebrali attive delle persone innamorate, abbiamo visto che due, negli uomini e nelle donne, sono particolarmente attive. La prima è il nucleo caudato, zona che consente di concentrare la tua energia per ottenere una ricompensa. La seconda è il nucleo ventrale segmentale, dove la dopamina viene prodotta e diffusa nelle altre aree del cervello. Abbiamo capito che l’amore romantico è una pulsione paragonabile a fame e sete. Le persone vivono e muoiono per amore. Ci sono persone che sentono di più l’impulso sessuale, altre meno. Alcuni si innamorano continuamente, altri raramente. Chi produce più ossitocina e vasopressina nella giusta area del cervello è in grado di creare legami più stabili. Così si spiega il divorzio in termini biochimici…
Viene da pensare che in certe famiglie circoli una maggiore quantità di ossitocina. E che per questo sono in grado di creare legami più duraturi. Mentre nelle famiglie dei divorziati ci sono persone più soggette all’innamoramento, più impulsive, meno capaci di controllare i loro istinti primari.

LO SAPEVATE CHE...?
L’anguria è il frutto della passione, ha gli stessi effetti del Viagra.
Ne sono convinti i ricercatori della Texas A&M University che hanno presentato i risultati della loro ricerca. Alla base della dilatazione dei vasi sanguigni ci sarebbe la citrullina. Con una fetta di cocomero, il corpo l’assume trasformandola in arginina, un amminoacido che aiuta il funzionamento del sistema circolatorio e immunitario Bhimu Patil, che ha seguito la ricerca, spiega che alla base della dilatazione dei vasi sanguigni ci sarebbe la citrullina, un amminoacido sintetizzabile dall’organismo umano e presente anche nella carne e nei gusci delle noci. Con una fetta di anguria, il corpo assume citrullina, che, grazie all’azione di alcuni enzimi, si trasforma in arginina, un amminoacido che aiuta il funzionamento del sistema circolatorio e immunitario. “L’arginina agisce sui capillari – spiega Patil – ed eleva la concentrazione di ossido di azoto. Questo permette di curare la disfunzione erettile, forse anche di prevenirla. Senza i fastidiosi effetti collaterali del Viagra”.
Todd Wehner, studioso dell’università del North Carolina, ha detto che è inesatto aspettarsi gli effetti del Viagra con una fetta di cocomero: “Non puo’ sostituire un farmaco”, ha commentato Wehner. Penelope Perkins-Veasie, ricercatrice del dipartimento di Agricoltura di Lane, Oklahoma, sostiene che la scoperta di Bhimu Patil è valida, ma avverte: “Occorrerebbero almeno sei grandi tazze di succo di anguria per assumere citrullina in dosi sufficienti per ottenere l’effetto desiderato”.

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giovedì 23 febbraio 2012

Occhiali speciali per consultare le mail, con Google presto sarà possibile


Sembra fantascienza ma fra non molto sarà realtà: potrete indossare un paio di occhiali speciali, ma del tutto simili a quelli normali, sul cui bordo vi saranno un vero e proprio minicomputer ed una telecamera tramite i quali sarà possibile leggere le vostre mail proiettate direttamente sulle lenti.
Potrete scrutare il mondo che vi circonda con la piccola telecamera e fare fotografie e registrazioni. Stiamo parlando dell’ultimo progetto in cantiere nel laboratorio segreto di Google. Secondo alcune informazioni riservate, ma probabilmente fatte circolare volutamente dallo stesso gigante del Web ed arrivate al New York Times, gli occhiali, simili ad un modello di Oakley Thumps, saranno messi in vendita alla fine dell’anno ad un prezzo fra i 250 e 600 dollari corrispondenti a 200 e 500 euro.
Gli occhiali saranno ovviamente collegati via satellite e funzioneranno grazie al sistema Android. I leader del progetto sono Steve Lee, l’ingegnere che ha creato il software di mappatura di Google, e Sergey Brin, co-fondatore della compagna. Google sta esaminando anche il problema della privacy, infatti ogni cittadino ha diritto di sapere in anticipo se viene registrato da qualcuno che indossa gli occhiali speciali.
F.B. – Basilic.it

Pediatria: sconsigliato sculacciare bimbi, li rende adulti aggressivi

Milano, 8 feb. (Adnkronos Salute) - 

I bimbi cresciuti a suon di schiaffi e sculacciate, diventano adulti aggressivi con gli altri. A bocciare il metodo delle punizioni fisiche a fini educativi sono gli scienziati, sulla base di una revisione di 20 anni di ricerca. Il lavoro firmato da Joan Durrant dell'University of Manitoba e Ron Ensom del Children's Hospital of Eastern Ontario e pubblicato sul Canadian Medical Association Journal dimostra che quanto più spesso i piccoli vengono sgridati, schiaffeggiati e sculacciati, tanto è più probabile che sviluppino un comportamento aggressivo da grandi. "Gli studi presi in considerazione hanno scoperto che le punizioni fisiche sono associate a un più alto grado di aggressività verso genitori, fratelli, coetanei e partner", spiegano i ricercatori.

Dunque i due autori della review definiscono le sculacciate e gli schiaffi ai figli 'controproducenti' e puntano i riflettori in particolare su uno studio condotto su 500 famiglie, in cui si dimostra che i bambini tendono a sfidare di meno i genitori quando questi vengono abituati a non punirli fisicamente. Molte delle ricerche passate al setaccio sottolineano che alzare le mani sui più piccoli aumenta le possibilità che sviluppino problemi di salute mentale come la depressione.

I ricercatori canadesi precisano anche come negli ultimi 20 anni il punto di vista della società sulle punizioni fisiche sia cambiato notevolmente. Le botte non sarebbero più considerate, a detta degli esperti, il modo migliore per rapportarsi a bambini ribelli. Negli Usa un recente sondaggio ha messo in evidenza che la maggior parte dei genitori preferisce usare altre strategie: quella del 'time out' (isolare il piccolo per un po' dalle attività che sta svolgendo) o quella del 'sequestro' dei giocattoli preferiti. Certo dal sondaggio emerge anche che una coppia su cinque è propensa a usare le mani per punire i propri figli.

Fonte: Yahoo.com

sabato 14 gennaio 2012

Fratelli maggiori più intelligenti dei minori


E’ quanto afferma l’esito di uno studio norvegese che ha analizzato il quoziente intellettivo (QI) di 240mila persone, giovani tra i 18 e i 19 anni. Secondo i ricercatori norvegesi i primogeniti hanno un quoziente intellettivo di circa 3 punti più alto rispetto ai secondogeniti. E’ solo una strana coincidenza della statistica o c’è qualcosa di vero?
Petter Kristensen e Tor Bjerkedal, questi i nomi dei ricercatori che stanno dietro allo studio, sostengono che non è l’ordine in cui i figli nascono a fare la differenza a livello di QI, ma le scelte educative sostenute da dinamiche famigliari. I genitori infatti privilegiano i figli nati prima investendo su di loro maggior tempo rispetto ai figli nati successivamente. Le cause della differenza quindi non sono biologiche o genetiche ma bensì dipendenti dal rango sociale all’interno della famiglia.
Il “divario educativo” si accentua nel caso di famiglie numerose, dove la differenza di QI tra il primo e l’ultimo figlio è al di sopra dei 3 punti. Sebbene lo studio sia stato realizzato esclusivamente su soggetti maschi, secondo i ricercatori i risultati dovrebbero valere anche per le donne.
M.M. – Basilic.it

Tatuaggio sul pene e addio viagra!


Potrebbe essere la soluzione ideale per molti uomini, niente più Viagra, basterebbe questo semplice accorgimento. Sì perché la notizia che arriva dall’Iran ha dell’incredibile. Un ragazzo di 21 anni ha deciso nei mesi scorsi di farsi un tatuaggio in un posto molto particolare: sul pene. La scelta già di per sé è abbastanza discutibile ma la storia non finisce qua. Il giovane ha dedicato il tatoo alla sua fidanzata e si è fatto scrivere “buona fortuna per i tuoi viaggi”. Risultato? Bè la ragazzza forse ha apprezzato, e forse apprezzerà ancora di più nei prossimi mesi visto che dopo aver effettuato il tatuaggio il 21enne è rimasto vittima di un’erezione permanente.
Trascorso qualche giorno caratterizzato solo da qualche dolore, dopo la prima settimana ha iniziato a manifestarsi il fenomeno, dovuto probabilmente all’azione degli aghi sulle vene del membro. Ora il sangue scorre continuamente tra le vene dando vita al priapismo, ovvero una erezione continua. Certo un bel vantaggio sotto le lenzuola ma a lungo andare un bel problema nella vita di tutti i giorni. Ora i medici attenderanno che la situazione torni alla normalità o saranno costretti ad intervenire bloccando il flusso continuo.
Omer Gei – Basilic.it

lunedì 2 gennaio 2012

La tecnologia sta uccidendo la memoria


Il nome di quel cantante che non viene proprio in mente o il titolo di quel film bloccato sulla punta della lingua. Perché sforzare la memoria? Ci sono Google e Wikipedia. Attenzione, però, agli effetti collaterali: la tecnologia sta uccidendo la memoria. Lo dice uno studio pubblicato su Science.


La Rete sta diventando per troppi una memoria di scorta, sempre pronta all’uso grazie a smartphone e tablet e per questo in grado di mettere a repentaglio quella umana, a rischio-impigrimento. Parola di Betsy Sparrow della Columbia University che per dimostrare la teoria del “web-attentato” al cervello è ricorsa a un test psicologico. Sottoposti a domande non particolarmente complicate, i volontari evitavano come la peste gli sforzi di memoria se sapevano di poter ottenere le informazioni in modo facile e veloce grazie al computer.

“Non credo che Google finirà per renderci stupidi, stiamo solo cambiando il modo di ricordare le cose”, sentenzia Sparrow.

Gli scienziati della Columbia parlano di “memoria transattiva” per spiegare il concetto di questa memoria “di scorta” che attenua, anche di molto, le capacità personali. Lo studio “suggerisce che tendiamo a tenere memorizzate come su una memoria esterna le cose che sappiamo di poter trovare con una ricerca online", argomenta la scienziata. Un esempio? Se i partecipanti dovevano ritenere delle informazioni per le quali erano indicate delle cartelle specifiche su un computer preferivano ricordare il percorso per raggiungerle piuttosto che il contenuto. Il rischio? “I tempi di reazione per dare le risposte sono molto più lunghi sapendo di poter trovare soluzione altrove”.
Un cervello pigro si comporta così.

Fonte: http://salute24.ilsole24ore.com

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